Il 26 marzo 2012 il Comitato Regionale
Udc ha approvato il “Documento politico
programmatico” del partito di Puglia con cui di fatto si apre il cantiere per
la costruzione delle future alleanze, per la prossima legislatura regionale.
Di seguito riportiamo alcuni passaggi più
significativi del Documento:
“A Roma, come a
Bari siamo chiamati a traghettare il Partito al “dopo Monti” e al “dopo
Vendola”.
Occorre dire – chiaramente e da
subito – ai potenziali alleati che le primarie (soprattutto come oggi
organizzate) non interessano l’UdC né la più vasta area politica centrale, in
via di formazione.
Perché non possiamo accettare
candidature a “scatola chiusa”.
Interessano
all’UdC – in via prioritaria – i programmi, i tempi di attuazione, gli scenari
da costruire con la convinzione che il tempo del leaderismo è superato e che
una nuova stagione è alle porte. Fatta di una classe dirigente rinnovata capace
di interpretare le aspettative dei pugliesi.
E’ necessario,
in questo tempo, riscrivere le “regole del gioco”. Prioritaria è la
costituzione di un Partito – articolato al livello regionale e provinciale – perché
possa:
- esprimersi avendo riguardo alle specialità storiche e culturali della regione ed alle opportunità che si dischiudono per la Puglia in ragione dei nuovi assetti geo-politici;
- innervarsi nella Comunità pugliese – andando oltre il tesseramento – attraverso la costituzione di “circoli tematici” e l’attivazione di un “coordinamento” per organizzare le espressioni dell’associazionismo;
- varare modalità di controllo – a garanzia del cittadino elettore – relative al processo di selezione della classe dirigente ed alle questioni inerenti il finanziamento del Partito;
- immaginare un programma di formazione politica per i giovani (strettamente raccordato a quelli dei partiti della “famiglia dei popolari europei”) ancorato alla “dottrina sociale della chiesa” ed ai percorsi dell’”Economia sociale di mercato”;
- rilanciare la “centralità del Mezzogiorno”, avendo riguardo alla visione di insieme del sottosistema economico dell’area meridionale ed alla nuova dimensione mediterranea;
- sostenere la “Programmazione” – quale metodo di Governo – anche per l’incidenza di ordine morale che tale metodo determina;
La Regione va
rifondata.
L’urgenza è
dettata non in conseguenza di datate responsabilità personali di qualcuno, ma
per omissioni, pluridecennali,
determinate, come al livello nazionale, in gran parte, da un sistema elettorale
che ha favorito le “politiche del consenso” trascurando quelle per lo sviluppo.
E’ necessario, ora, pensare ad un “Programma politico-programmatico” per un
Governo di larghe intese e di legislatura.
La programmazione non può che essere ripresa attraverso
l’attivazione di un processo per un “Piano di Sviluppo”.
Il “Programma
regionale” dovrà, poi, raccordarsi con i processi di programmazione delle altre
Regioni meridionali, per la costruzione di un “Quadro di riferimento” unico per
il Mezzogiorno, anche in adesione alle modalità stabilite dalle “politiche di
coesione” dell’Unione Europea.
Il ciclo della
programmazione 2007-2013 dei fondi comunitari si è avviato con grande ritardo.
Tanto è stato determinato, anche, da una fragilità della struttura dirigenziale
nel suo insieme. E’ necessario non solo il potenziamento dell’”Area della
programmazione”, ma, anche, dei Servizi che operano come interfaccia della
richiamata Area, E tanto per adempiere a disposizioni comunitarie che impongono
non solo un quadro unico di riferimento dei fondi (Fesr, Fse, Feoga) ma, anche,
un comune e sistematico processo di raccordo e coordinamento.
Ma è nelle “modalità di attuazione” di tali obiettivi che la Puglia potrà
esprimere la propria cultura, in tale contesto l’UdC esalterà “la persona” e la
“famiglia” quali valori fondativi della società e la “sussidiarietà”, la
“solidarietà” e la “terzietà” quali principi per rivisitare le politiche di
intervento settoriali e l’organizzazione della Pubblica Amministrazione”.
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