giovedì 29 dicembre 2011

Comunicato Stampa del 29/12/11

Apprendiamo con stupore dagli organi di stampa dell'avvenuta presentazione a Casarano della candidatura della sig.ra Fersino quale espressione del terzo polo. Premesso che una candidatura di un esponente del “terzo polo” è in campo da tempo;  in ogni caso non crediamo che la sig.ra Fersino possa essere considerata, per i suoi trascorsi politici, un esponente del centro cattolico e moderato che, con l' avv. Attilio De Marco, si candida alla guida di Casarano. Pertanto la candidatura della sig.ra Fersino deve essere considerata espressione del solo FLI e del suo coordinatore provinciale che certo non può essere considerato portavoce del terzo polo.

Alberto Chiriacò – segretario UDC Casarano
Patrizia De Nuzzo – coordinatrice API Casarano









domenica 11 dicembre 2011

Una proposta alternativa (ma senza la fiducia)

La tassa sui depositi sui titoli è una vera e propria imposta patrimoniale regressiva che colpisce e penalizza in particolare i piccoli risparmiatori. Noi non siamo il partito del No, ci rendiamo conto della situazione economica e facciamo dunque una proposta alternativa: se proprio bisogna introdurla, lo si faccia in misura proporzionale al valore dei titoli del portafoglio escludendo dal calcolo i Bot e i Cct e introducendo una soglia di esenzione per i piccoli risparmiatori. Siamo anche preoccupati per quei due milioni di risparmiatori italiani che hanno investito piccoli importi in azioni delle grandi aziende pubbliche iniziando da Eni ed Enel e che al momento della vendita realizzeranno la perdita. Non è comunque con queste azioni che si rilancia lo sviluppo e temiamo che non si tengano neanche i conti in ordine, infatti la previsione di incasso di otto miliardi da questa imposta, ci sembra molto sovrastimata in quanto è evidente che a questo punto i risparmiatori cercheranno strumenti di investimento alternativi. Speriamo che in Parlamento sulla manovra finanziaria possa davvero realizzarsi quel confronto aperto e positivo auspicato anche ieri dal Presidente della Repubblica, è necessario introdurre elementi di crescita e sviluppo e non si può farlo se non raggiungendo elementi di forte condivisione fra le forze politiche. Questa è una manovra che incide pesantemente sui destini del paese e sarebbe poco responsabile blindarla a colpi di fiducia.  

Pierferdinando Casini (7/12/2011)

martedì 6 dicembre 2011

«Non ci sono alternative»


Per avere giustizia del suo lavoro Mario Monti deve guardare all'estero. «Scarsa equità». «Debole spinta allo sviluppo». «Assenza di interventi strutturale contro la spesa».A spazzare via le critiche ingiuste lanciate dai sindacati che hanno proclamato ore di sciopero per lunedì prossimo, e già ripetute a mezza bocca da una politica storicamente in deficit di coraggio e prospettiva, ci pensano l'Ocse e i mercati (spread tra Btp e Bund a 380 e Borse in netto positivo). Il segretario generale Angel Guerria, uno che conosce bene i pregi e i difetti del Belpaese, ha infatti spiegato che la manovra da 30 miliardi dell'ex rettore della Bocconi «va nella giusta direzione: centra l'obiettivo della sostenibilità fiscale e nel contempo stimola la crescita e l'equità». Il timore di ripercussioni sulla coesione sociale ha spinto la stessa Conferenza episcopale italiana a prendere posizione. Secondo monsignor Giancarlo Bregantini, responsabile della Commissione Cei per i Problemi sociali e il Lavoro infatti la manovra era necessaria, ma «poteva essere più equa, si è fatto ancora poco. Si sono fatti passi ma potevano essere ancora più equanimi, si poteva fare di più sui redditi alti». Ma Mario Monti, illustrando la manovra prima alla Camera e poi al Senato ha detto chiaro: «Rigore, crescita ed equità sono i tre pilastri su cui intendiamo far leva e che hanno ispirato i provvedimenti. Ne siamo sicuri l'Italia non fallirà. Se approverete questo pacchetto io potrò rappresentare in Europa con più vigore e credibilità le posizioni che riteniamo migliori per procedere a uno sviluppo armonico dell'Unione europea. L'Italia può dare un contributo decisivo per superare anche la crisi europea, che rischia di diventare sistemica. Al di fuori dell'euro ci sono la povertà e la stagnazione, l'isolamento e assenza di futuro per il Paese e le giovani generazioni».
Il premier ha spiegato che viviamo un momento storico in cui bisogna dimostrare «la grandezza di una nazione che attraversa un momento critico. Con il pacchetto di misure della manovra sono gettati i semi di un'azione che mira a disegnare l'Italia dei nostri figli, un'Italia seria, europea, saldamente ancorata ai valori del lavoro e del risparmio, ma capace di finalmente di esprimere crescita duratura. Non fare questi sacrifici significa farne di ben più gravi tra poche settimane e pochi giorni, mettendo a rischio la ricchezza accumulata. Lo sforzo che chiediamo al Paese non è solo grande, ma urgentissimo. Ma questo sforzo non sarà sufficiente se ciascun cittadino non contribuirà personalmente». Sul tema caldo delle pensioni ha sottolineato: «Grazie ai proventi dello scudo fiscale è possibile l'adeguamento delle pensioni pari due volte il minimo, cioè pensioni di circa 1000 euro al mese». Sottolineando, con un pizzico di orgoglio la reazione dei mercati finanziari il premier ha detto: «C'è una grande attenzione positiva per quanto abbiamo deciso ». E sottolineando che ci troviamo di fronte non solo a«una crisi di finanza pubblica ma anche una crisi di riforme mancate». Per Monti la lotta all'evasione fiscale è «una priorità, escludiamo la possibilità di condoni, che garantiscono gettito immediato, ma non funzionano sul lungo periodo.Vogliamo una fiscalità non punitiva, per le piccole imprese e le imprese individuali». Ma questa manovra ha detto ancora Monti non contiene solo «risposte all'emergenza, ma anche l'avvio di riforme strutturali. La riduzione del nostro debito pubblico è un'esigenza fondamentale e ogni deviazione farebbe sprofondare il Paese in un abisso. L'esempio della Grecia è vicino». Il premier ha annunciato la riunione di oggi del Cipe che «ha l'obiettivo di mobilitare 5,2 miliardi per sbloccare interventi», dalla Tav, al Mose e una serie di interventi su tutto il territorio nazionale, diversi nel Mezzogiorno. E ha aggiunto: «L'Italia risanerà la propria economia quando riuscirà a spingere verso l'emersione vaste aree di economia sommersa, evasione ed elusione: a tal fine il decreto prevede un'azione sistematica di lungo periodo che parte da un'azione generale di uso di moneta elettronica e fatturazione elettronica»
Su famiglia e giovani il presidente del Consiglio ha chiarito che il governo vuole «creare le basi per ulteriori azioni a sostegno famiglia. Forse non vedrete un capitolo intitolato ai giovani ma certamente state cogliendo i diversi punti delle nostre politiche in cui ci preoccupiamo dei giovani». Monti si è detto convinto del «superamento delle province». Uno degli argomenti sui quali la Lega ha attaccato il governo. Il Carroccio è stato l'unico partito che non ha applaudito al termine dell'intervento del presidente del Consiglio. Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl, ha sottolineato come «su temi come le infrastrutture e le imprese questa manovra fa registrare una continuità con le linee tracciate dal governo Berlusconi, e quindi c'è possibilità di una collaborazione proficua». Cicchitto ha, però, aggiunto: «Noi non avremmo rimesso l'Ici sulla prima casa che abbiamo tolto» e sull'Europa: «Abbiamo una moneta unica senza alla spalle una politica e un governo omogeneo». E su questo argomento anche il capogruppo del Pd, Dario Franceschini ha invitato il premier a «far di nuovo sentire il peso dell'Italia in Europa».
E mentre Antonio Di Pietro chiede «una profonda rivisitazione in aula del provvedimento per scrivere i capitoli di entrata e di uscita», Pier Ferdinando Casini ha detto chiaramente di ritenere «importante il sostegno a questa manovra, che è inevitabile e che abbiamo sollecitato per molti versi in questi anni». A Monti arriva il consiglio di Silvio Berlusconi: ««Devono porre la fiducia altrimenti non credo che ci sia la possibilità di approvare la manovra». Suggerimento sul quale concorda Casini: «Una volta tanto sono d'accordo con Berlusconi: è presumibile che su questa manovra si metterà la fiducia».

Franco Insardà (Cronache Liberal)

venerdì 2 dicembre 2011

Un Disegno Comune

L’Unione dei Democratici Cristiani e di Centro di Casarano è decisamente in linea con quella che comunemente definiamo la “nuova politica”, fatta di persone serie, preparate, giovani e soprattutto libere. Libere dall’odio del bipolarismo muscolare, libere da catene dell’odio, libere dai conflitti di interesse. A Casarano ci sono professionisti, cittadini, studenti e lavoratori pronti a divenire il simbolo di una primavera politica, di un entusiasmo vero, di una volontà profonda ad impegnarsi. Crediamo fortemente che il riscatto di una nazione intera debba partire dai singoli e dalle comunità locali. La nascita del nuovo governo nazionale e' il cambio epocale verso la terza repubblica, verso un approccio alla vita pubblica serio e rigoroso. Dobbiamo saper cogliere queste evoluzioni e portarle nelle nostre comunità. Il bipolarismo ha fallito e con lui gli schemi della vecchia offerta politica. Lo scontro duro contro l'avversario, l'idea berlusconiana della politica senza contenuto. Per questo noi qui, oggi, stiamo celebrando un momento di condivisione civica, stiamo annunciando l'impegno politico di giovani donne e di giovani uomini che intendono contribuire alla vita ed allo sviluppo di Casarano. Solo attraverso un approccio di buona fede e di amore per la città potremo affrontare il futuro. Non ci interessano gli intrighi di potere, non faremo le analisi del sangue ai nostri compagni di viaggio: imporremo uno stile a cui tutti si adegueranno, volenti o nolenti. Casarano merita molto di più di quello che ha avuto negli ultimi anni e la soluzione non può essere certo chi rappresenta esperienze nazionali tragiche, bocciate dalla politica, dalla storia e dai mercati