martedì 7 febbraio 2012

lettera aperta ad ATTILIO DE MARCO

Caro Attilio, da tempo sosteniamo, con te e gli amici di Casarano, che in Italia sia necessario preparare una proposta di governo delle comunità, delle regioni e dello Stato che prescinda dalle vecchie appartenenze partitiche e rompa il bipolarismo muscolare che ha affossato il nostro Paese. Monti sta salvando l’Italia proprio per questo. Credo che i nostri centri abbiano bisogno di una svolta di rigore e di efficienza, senza additare chi ha governato in altre stagioni e altri contesti socio-economici che oggi appaiono davvero lontanissimi. Ho l’onore di essere amico e riferimento di Bruno Tabacci, un politico esperto di economia che è stato scelto come assessore al Bilancio di Milano da un uomo di estrazione diametralmente opposta alla sua. Un esperimento che ha sembrato funzionare. Il suo sostegno verso te è sempre stato pieno, anche in questi giorni, stanne certo. Verrà certamente a sostenere la tua candidatura a Casarano.
Nell’ultimo periodo vi sento ammorbati da persone che
elaborano ragionamenti fermi al medioevo politico: veti incrociati, analisi del sangue continue sulla provenienza di questo o quell’esponente politico, rivendicazioni di “colore partitico”. Voglio ricordarti come siamo giunti ad oggi. Dopo la caduta della precedente amministrazione, si sta cercando di rimettere in piedi una proposta di gestione della cosa pubblica credibile ed efficiente per l’intera comunità, non per un partito o un singolo portatore di voti. Nella passata amministrazione il centro sinistra ha perso una fetta della tradizione “Popolare”, Claudio Casciaro – il nostro amico con il quale abbiamo cercato inutilmente di dialogare – ma ne ha acquisito te che sei da sempre appassionato di politica e della tua città. Dopo la caduta del candidato PD, tutti noi abbiamo posto all’attenzione della coalizione il tuo nome come candidato Sindaco, per valutazioni del tutto meritocratiche: sei una persona per bene, hai dimostrato di non essere ricattabile, di non tenere alla poltrona, di conoscere la mediazione e di saper fare sintesi.
Son passati mesi di estenuanti incontri, di tentativi di allargare la coalizione e di unire i partiti esistenti, abbiamo creduto di essere risucchiati in un romanzo di Kafka: nulla importava ai nostri interlocutori chi o cosa fosse meglio per la città! L’importante era una partita a scacchi per logorare la tua candidatura e imporre una candidatura di partito… Insomma mai ci è stato risposto nel merito cosa vada o cosa non vada in te, anche se l’abbiamo capito da soli: dopo oltre un decennio di governo DS/PD è possibile una successione solo con un ex militante o uomo di partito PD. Quindi, Attilio, non hai il sangue puro, non sei un ex comunista, non sei iscritto al PD. Questa intransigenza, questo atteggiamento culturalmente razzista, questa spocchiosità non ti ricorda forse la sconfitta del centrosinistra del 2008? O la caduta di Prodi prima nel 1998 e poi nel 2008? A me si.
Credo sia legittimo scegliere come fare politica ed essere intransigenti. Forse posso accettare anche che si considerino gli unici irriducibili giusti in un mondo di sbagliati. Forse però servirebbero dei risultati a supporto di queste convinzioni. Probabilmente non ci saranno più le condizioni per continuare questo difficile dialogo, non tra chi non sa entrare nel merito ma vive una condizione di schiavitù delle ideologie, incapace di aprirsi alla società che, nel frattempo, cambia. Abbiamo accusato Berlusconi di non aver voluto guardare in faccia la crisi che stava per far saltare l’Italia, oggi accusiamo gli amici di Casarano di non vedere il baratro verso il quale si stanno dirigendo.
Invito il mio amico Attilio a confrontarsi con la parte sana della città e di andare avanti con il suo volto e la sua dignità, che in questo momento è calpestata ed offesa. Bisogna imparare a rappresentare la comunità, tutta la comunità, al di fuori delle stanze dei partiti e dagli interessi dei gruppi economici. E tu, mio amico Attilio, mi sembri la persona giusta. Apriti a tutti, cerca di dare finalmente rappresentanza ai tuoi concittadini. Il ricambio forse deve cominciare da questo. Casarano ha bisogno oggi di efficienza amministrativa, di trasparenza sui conti e sulle scelte, di un ritrovato senso di comunità. Un nuovo patto tra chi lavora, produce e si alza la mattina presto e chi gestisce i soldi di tutti. Tra chi è ai margini, chi non trova un posto di lavoro, chi si sente perso e chi invece deve rappresentare la coesione sociale.

Andrea Salvati
[Coordinatore prov.le API]

Nessun commento:

Posta un commento