domenica 11 dicembre 2011

Una proposta alternativa (ma senza la fiducia)

La tassa sui depositi sui titoli è una vera e propria imposta patrimoniale regressiva che colpisce e penalizza in particolare i piccoli risparmiatori. Noi non siamo il partito del No, ci rendiamo conto della situazione economica e facciamo dunque una proposta alternativa: se proprio bisogna introdurla, lo si faccia in misura proporzionale al valore dei titoli del portafoglio escludendo dal calcolo i Bot e i Cct e introducendo una soglia di esenzione per i piccoli risparmiatori. Siamo anche preoccupati per quei due milioni di risparmiatori italiani che hanno investito piccoli importi in azioni delle grandi aziende pubbliche iniziando da Eni ed Enel e che al momento della vendita realizzeranno la perdita. Non è comunque con queste azioni che si rilancia lo sviluppo e temiamo che non si tengano neanche i conti in ordine, infatti la previsione di incasso di otto miliardi da questa imposta, ci sembra molto sovrastimata in quanto è evidente che a questo punto i risparmiatori cercheranno strumenti di investimento alternativi. Speriamo che in Parlamento sulla manovra finanziaria possa davvero realizzarsi quel confronto aperto e positivo auspicato anche ieri dal Presidente della Repubblica, è necessario introdurre elementi di crescita e sviluppo e non si può farlo se non raggiungendo elementi di forte condivisione fra le forze politiche. Questa è una manovra che incide pesantemente sui destini del paese e sarebbe poco responsabile blindarla a colpi di fiducia.  

Pierferdinando Casini (7/12/2011)

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