La tassa sui depositi sui titoli è una vera e propria
imposta patrimoniale regressiva che colpisce e penalizza in particolare i
piccoli risparmiatori. Noi non siamo il partito del No, ci rendiamo conto della
situazione economica e facciamo dunque una proposta alternativa: se proprio
bisogna introdurla, lo si faccia in misura proporzionale al valore dei titoli
del portafoglio escludendo dal calcolo i Bot e i Cct e introducendo una soglia
di esenzione per i piccoli risparmiatori. Siamo anche preoccupati per quei due
milioni di risparmiatori italiani che hanno investito piccoli importi in azioni
delle grandi aziende pubbliche iniziando da Eni ed Enel e che al momento della
vendita realizzeranno la perdita. Non è comunque con queste azioni che si
rilancia lo sviluppo e temiamo che non si tengano neanche i conti in ordine,
infatti la previsione di incasso di otto miliardi da questa imposta, ci sembra
molto sovrastimata in quanto è evidente che a questo punto i risparmiatori
cercheranno strumenti di investimento alternativi. Speriamo che in Parlamento
sulla manovra finanziaria possa davvero realizzarsi quel confronto aperto e
positivo auspicato anche ieri dal Presidente della Repubblica, è necessario
introdurre elementi di crescita e sviluppo e non si può farlo se non
raggiungendo elementi di forte condivisione fra le forze politiche. Questa è
una manovra che incide pesantemente sui destini del paese e sarebbe poco
responsabile blindarla a colpi di fiducia.
Pierferdinando Casini (7/12/2011)
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