Nell’ultimo periodo vi sento ammorbati
da persone che
elaborano ragionamenti fermi al medioevo politico: veti
incrociati, analisi del sangue continue sulla provenienza di questo o
quell’esponente politico, rivendicazioni di “colore partitico”. Voglio
ricordarti come siamo giunti ad oggi. Dopo la caduta della precedente
amministrazione, si sta cercando di rimettere in piedi una proposta di
gestione della cosa pubblica credibile ed efficiente per l’intera
comunità, non per un partito o un singolo portatore di voti. Nella
passata amministrazione il centro sinistra ha perso una fetta della
tradizione “Popolare”, Claudio Casciaro – il nostro amico con il quale
abbiamo cercato inutilmente di dialogare – ma ne ha acquisito te che
sei da sempre appassionato di politica e della tua città. Dopo la
caduta del candidato PD, tutti noi abbiamo posto all’attenzione della
coalizione il tuo nome come candidato Sindaco, per valutazioni del tutto
meritocratiche: sei una persona per bene, hai dimostrato di non essere
ricattabile, di non tenere alla poltrona, di conoscere la mediazione e
di saper fare sintesi.
Son passati mesi di estenuanti incontri,
di tentativi di allargare la coalizione e di unire i partiti esistenti,
abbiamo creduto di essere risucchiati in un romanzo di Kafka: nulla
importava ai nostri interlocutori chi o cosa fosse meglio per la città!
L’importante era una partita a scacchi per logorare la tua candidatura e
imporre una candidatura di partito… Insomma mai ci è stato risposto nel
merito cosa vada o cosa non vada in te, anche se l’abbiamo capito da
soli: dopo oltre un decennio di governo DS/PD è possibile una
successione solo con un ex militante o uomo di partito PD. Quindi,
Attilio, non hai il sangue puro, non sei un ex comunista, non sei
iscritto al PD. Questa intransigenza, questo atteggiamento culturalmente
razzista, questa spocchiosità non ti ricorda forse la sconfitta del
centrosinistra del 2008? O la caduta di Prodi prima nel 1998 e poi nel
2008? A me si.
Credo sia legittimo scegliere come fare
politica ed essere intransigenti. Forse posso accettare anche che si
considerino gli unici irriducibili giusti in un mondo di sbagliati.
Forse però servirebbero dei risultati a supporto di queste convinzioni.
Probabilmente non ci saranno più le condizioni per continuare questo
difficile dialogo, non tra chi non sa entrare nel merito ma vive una
condizione di schiavitù delle ideologie, incapace di aprirsi alla
società che, nel frattempo, cambia. Abbiamo accusato Berlusconi di non
aver voluto guardare in faccia la crisi che stava per far saltare
l’Italia, oggi accusiamo gli amici di Casarano di non vedere il baratro
verso il quale si stanno dirigendo.
Invito il mio amico Attilio a
confrontarsi con la parte sana della città e di andare avanti con il suo
volto e la sua dignità, che in questo momento è calpestata ed offesa.
Bisogna imparare a rappresentare la comunità, tutta la comunità, al di
fuori delle stanze dei partiti e dagli interessi dei gruppi economici. E
tu, mio amico Attilio, mi sembri la persona giusta. Apriti a tutti,
cerca di dare finalmente rappresentanza ai tuoi concittadini. Il
ricambio forse deve cominciare da questo. Casarano ha bisogno oggi di
efficienza amministrativa, di trasparenza sui conti e sulle scelte, di
un ritrovato senso di comunità. Un nuovo patto tra chi lavora, produce e
si alza la mattina presto e chi gestisce i soldi di tutti. Tra chi è ai
margini, chi non trova un posto di lavoro, chi si sente perso e chi
invece deve rappresentare la coesione sociale.
Andrea Salvati
[Coordinatore prov.le API]
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