
Per
avere giustizia del suo lavoro Mario Monti deve guardare
all'estero. «Scarsa equità». «Debole spinta allo sviluppo».
«Assenza di interventi strutturale contro la spesa».A spazzare via
le critiche ingiuste lanciate dai sindacati che hanno proclamato
ore di sciopero per lunedì prossimo, e già ripetute a mezza bocca
da una politica storicamente in deficit di coraggio e prospettiva,
ci pensano l'Ocse e i mercati (spread tra Btp e Bund a 380 e Borse
in netto positivo). Il segretario generale Angel Guerria, uno che
conosce bene i pregi e i difetti del Belpaese, ha infatti spiegato
che la manovra da 30 miliardi dell'ex rettore della Bocconi «va
nella giusta direzione: centra l'obiettivo della sostenibilità
fiscale e nel contempo stimola la crescita e l'equità».
Il timore di ripercussioni sulla coesione sociale ha
spinto la stessa Conferenza episcopale italiana a prendere
posizione. Secondo monsignor Giancarlo Bregantini, responsabile
della Commissione Cei per i Problemi sociali e il Lavoro infatti la
manovra era necessaria, ma «poteva essere più equa, si è fatto
ancora poco. Si sono fatti passi ma potevano essere ancora più
equanimi, si poteva fare di più sui redditi alti». Ma Mario Monti,
illustrando la manovra prima alla Camera e poi al Senato ha detto
chiaro: «Rigore, crescita ed equità sono i tre pilastri su cui
intendiamo far leva e che hanno ispirato i provvedimenti. Ne siamo
sicuri l'Italia non fallirà. Se approverete questo pacchetto io
potrò rappresentare in Europa con più vigore e credibilità le
posizioni che riteniamo migliori per procedere a uno sviluppo
armonico dell'Unione europea. L'Italia può dare un contributo
decisivo per superare anche la crisi europea, che rischia di
diventare sistemica. Al di fuori dell'euro ci sono la povertà e la
stagnazione, l'isolamento e assenza di futuro per il Paese e le
giovani generazioni».
Il premier ha spiegato che viviamo un momento storico
in cui bisogna dimostrare «la grandezza di una nazione che
attraversa un momento critico. Con il pacchetto di misure della
manovra sono gettati i semi di un'azione che mira a disegnare
l'Italia dei nostri figli, un'Italia seria, europea, saldamente
ancorata ai valori del lavoro e del risparmio, ma capace di
finalmente di esprimere crescita duratura. Non fare questi
sacrifici significa farne di ben più gravi tra poche settimane e
pochi giorni, mettendo a rischio la ricchezza accumulata. Lo sforzo
che chiediamo al Paese non è solo grande, ma urgentissimo. Ma
questo sforzo non sarà sufficiente se ciascun cittadino non
contribuirà personalmente». Sul tema caldo delle pensioni ha
sottolineato: «Grazie ai proventi dello scudo fiscale è possibile
l'adeguamento delle pensioni pari due volte il minimo, cioè
pensioni di circa 1000 euro al mese». Sottolineando, con un pizzico
di orgoglio la reazione dei mercati finanziari il premier ha detto:
«C'è una grande attenzione positiva per quanto abbiamo deciso ». E
sottolineando che ci troviamo di fronte non solo a«una crisi di
finanza pubblica ma anche una crisi di riforme mancate». Per Monti
la lotta all'evasione fiscale è «una priorità, escludiamo la
possibilità di condoni, che garantiscono gettito immediato, ma non
funzionano sul lungo periodo.Vogliamo una fiscalità non punitiva,
per le piccole imprese e le imprese individuali». Ma questa manovra
ha detto ancora Monti non contiene solo «risposte all'emergenza, ma
anche l'avvio di riforme strutturali. La riduzione del nostro
debito pubblico è un'esigenza fondamentale e ogni deviazione
farebbe sprofondare il Paese in un abisso. L'esempio della Grecia è
vicino». Il premier ha annunciato la riunione di oggi del Cipe che
«ha l'obiettivo di mobilitare 5,2 miliardi per sbloccare
interventi», dalla Tav, al Mose e una serie di interventi su tutto
il territorio nazionale, diversi nel Mezzogiorno. E ha aggiunto:
«L'Italia risanerà la propria economia quando riuscirà a spingere
verso l'emersione vaste aree di economia sommersa, evasione ed
elusione: a tal fine il decreto prevede un'azione sistematica di
lungo periodo che parte da un'azione generale di uso di moneta
elettronica e fatturazione elettronica»
Su famiglia e giovani il presidente del Consiglio ha
chiarito che il governo vuole «creare le basi per ulteriori azioni
a sostegno famiglia. Forse non vedrete un capitolo intitolato ai
giovani ma certamente state cogliendo i diversi punti delle nostre
politiche in cui ci preoccupiamo dei giovani». Monti si è detto
convinto del «superamento delle province». Uno degli argomenti sui
quali la Lega ha attaccato il governo. Il Carroccio è stato l'unico
partito che non ha applaudito al termine dell'intervento del
presidente del Consiglio. Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl,
ha sottolineato come «su temi come le infrastrutture e le imprese
questa manovra fa registrare una continuità con le linee tracciate
dal governo Berlusconi, e quindi c'è possibilità di una
collaborazione proficua». Cicchitto ha, però, aggiunto: «Noi non
avremmo rimesso l'Ici sulla prima casa che abbiamo tolto» e
sull'Europa: «Abbiamo una moneta unica senza alla spalle una
politica e un governo omogeneo». E su questo argomento anche il
capogruppo del Pd, Dario Franceschini ha invitato il premier a «far
di nuovo sentire il peso dell'Italia in Europa».
E mentre Antonio Di Pietro chiede «una profonda
rivisitazione in aula del provvedimento per scrivere i capitoli di
entrata e di uscita», Pier Ferdinando Casini ha detto chiaramente
di ritenere «importante il sostegno a questa manovra, che è
inevitabile e che abbiamo sollecitato per molti versi in questi
anni». A Monti arriva il consiglio di Silvio Berlusconi: ««Devono
porre la fiducia altrimenti non credo che ci sia la possibilità di
approvare la manovra». Suggerimento sul quale concorda Casini: «Una
volta tanto sono d'accordo con Berlusconi: è presumibile che su
questa manovra si metterà la fiducia».
Franco Insardà (Cronache Liberal)